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Ci sono ormai decine di stili diversi di Yoga. La scelta è così ampia e articolata che spesso non si capisce bene da dove cominciare.

Semplificando possiamo dire che un punto di riferimento utile per orientarsi può essere la velocità dei movimenti.

Compiere dei movimenti lenti e consapevoli ci permette di rimanere con la mente e con il corpo nell’esperienza che stiamo facendo, nel qui ed ora.

Questa caratteristica è molto presente nell’Hatha Yoga. L’invito in queste pratiche è di rimanere ancorati con la mente al respiro e alle sensazioni corporee mentre i movimenti vengono compiuti lentamente.

Nell’Hatha Yoga le posizioni, o asana, vengono raggiunte e tenute per diversi cicli respiratori. Questo permette alla mente di lasciar andare i pensieri e di fare esperienza del momento in cui siamo. Si arriva così a sviluppare l’attitudine di stare nelle esperienze, anche mentali ed emotive senza giudizio e con maggiore consapevolezza.

Poi esistono degli stili di Yoga in cui i movimenti sono più veloci e legati al respiro.

Il respiro si fonda principalmente su due momenti diversi: l’inspirazione e l’espirazione.

Nel Vinyasa Yoga ciascun movimento è legato ad un pezzetto del ciclo respiratorio. Sono pratiche in cui le posizioni sono mantenute per poco e il movimento rimane legato al respiro. La pratica quindi diventa una danza in cui la consapevolezza del respiro permette alla mente di rimanere nell’esperienza del corpo.

Gli stili che ho citato sono solo due grandi famiglie e tradizioni e non è assolutamente questa una classificazione esaustiva. Pensate che tra gli approcci più tradizionali e quelli più moderni ormai davvero ciascuno può trovare la propria dimensione. Power Yoga, Yoga integrale, Yoga Shreds, Bikram yoga……davvero ciascuno può trovare il proprio stile secondo le diverse sfumature di approccio fisico al movimento e all’esperienza mentale ed emotiva che i diversi approcci predispongono per chi pratica. Il mio consiglio è di provare e sperimentare. Certo però non siate troppo giudicanti, non basta una lezione. Fatene alcune per capire subito dopo la pratica e poi nel tempo che effetti ha su di voi uno specifico stile di yoga. Ricordatevi anche che l’insegnante è fondamentale.

L’insegnante predispone e forgia la vostra esperienza. Vi guida nel contatto con voi stessi. Deve essere una persona con cui sentite di poter lavorare. Si può dire in effetti che esiste uno stile di yoga per ogni insegnante. Tenetelo a mente e non rischierete di mettere da parte una disciplina meravigliosa come lo yoga quando magari non c’è stato un buon incontro con l’insegnante.

Anche l’intensità del lavoro non è poi legata solo allo stile ma dipende certamente dagli asana scelti, dal livello di impegno fisico ed emotivo che l’insegnante decide di dare alla pratica.

Ho fatto personalmente pratiche di Vinyasa in cui fisicamente ho avuto difficoltà ad arrivare alla fine nella pratica, come lezioni di Hatha Yoga in cui per giorni ho maledetto l’insegnante e me stessa per aver preteso troppo dal mio corpo. Voglio aggiungere però qui che alcune pratiche con i mantra, fatte da ferma con la schiena a terra sono state capaci di sfinirmi dal punto vista fisico più di tante pratiche fisicamente impegnative. Lo yoga è così, quasi magico per certi versi e fatto di sfumature. Vi consiglio di sperimentare per trovare la vostra dimensione, quello di cui il vostro corpo e la vostra mente ha bisogno in quel particolare momento di vita e del vostro percorso.

La cosa importante è tenere a mente che il corpo in movimento attraverso le diverse posizioni diventa mero allenamento fisico se chi conduce la pratica non ha in mente gli effetti sulla mente delle posizioni scelte e non guida i praticanti nell’esplorazione degli effetti dei movimenti fatti sulla mente a livello emotivo.

Tutto questo discorso per provare a spiegarvi cosa sia effettivamente il Mindful Yoga.

Prendiamo la tradizione dell’Hatha Yoga, movimenti lenti, posizioni tenute a lungo e attenzione all’esperienza mentale che si sta facendo. Se a questo accostiamo le tecniche di consapevolezza tipiche della Mindfulness otteniamo una pratica di Mindful Yoga.

Le pratiche di Mindful Yoga sono lente e il focus è sulla consapevolezza dell’esperienza nel momento presente.

L’obiettivo di queste pratiche è lavorare sulla consapevolezza stimolando il sistema nervoso parasimpatico. Questo rende la pratica di Mindful Yoga un ottimo strumento per costruire benessere psico-fisico.

Le pratiche utilizzano Meditazione, Asana, esercizi di Pranayama e di rilassamento con visualizzazioni o altre tecniche psico-corporee.

L’obiettivo è sviluppare consapevolezza togliendo tensioni mentali, fisiche ed emotive.

Per informazioni potete scrivere a freudasana@gmail.com

Per chi avesse difficoltà ad unirsi alla pratica di gruppo si possono pensare percorsi individualizzati e pratiche in orari concordati ad hoc

Ci vediamo sul tappetino.


Una replica a “Mindful Yoga, di cosa si tratta”

  1. Avatar Cosa sono le terapie bottom-up – FreudAsana

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