Cibo, Corpo e Consapevolezza

Le feste natalizie e l’inizio del nuovo anno sono da sempre un periodo in cui aleggia nell’aria il pensiero di volersi rimettere in forma.
Ci si lascia andare, si condividono momenti importanti con amici e parenti, la convivialità e le celebrazioni vengono nella nostra cultura vissute attorno ad un tavolo con del buon cibo.
Le festività di questo strano 2020 non hanno fatto eccezione, anche se le regole del distanziamento sociale possono aver modificato la modalità di incontro con gli altri. Il punto è che ormai da mesi trascorriamo molto più tempo in casa, magari in smart working o semplicemente perché le attività ricreative fuori di casa sono state sospese o modificate.
Siamo alla scrivania concentrati sul lavoro e senza neanche essercene resi conto durante una piccola pausa ci ritroviamo davanti alla dispensa a scegliere tra un pezzetto di cioccolato o dei biscotti secchi. Il punto è che ora il cibo è sempre a disposizione! Tutte tentazioni a portata di mano che complicano il rapporto con il nostro peso forma.
E sia che rientriamo nella categoria di quelli in perenne lotta con la bilancia oppure no, certamente questa pandemia ha influito tantissimo anche sul nostro peso.
I motivi sono diversi:
- passiamo molto tempo in casa e abbiamo il cibo sempre a portata di mano, come dicevamo. Questo può averci portato a mangiare di più e in modo inconsapevole. Ci siamo scoperti cuochi e panificatori, pizzaioli e pasticceri. Abbiamo scaricato tutte le app possibili di delivery e poi abbiamo giustamente voluto sostenere ristoranti e pub di quartiere acquistando da asporto. Ci siamo assicurati vini e birre per gli aperitivi on line e patatine e affini per le nostre serate su Netflix. Questo 2020 ha lasciato dei segni nell’anima, ma anche sul corpo di tutti.
- ci muoviamo di meno rispetto al passato perché sono cambiate le nostre abitudini. Dobbiamo considerare infatti che al di là delle ore “canoniche” dedicate allo sport in settimana ci sono tutta una serie di attività che contribuiscono a mantenerci attivi e quindi a regolare il nostro peso forma: le passeggiate della domenica, le commissioni fatte nel quartiere, il giro per vetrine alla ricerca di qualcosa di nuovo, etc etc. Tutte attività che al momento sono limitate dai vari DPCM ma anche dalle nostre mutate abitudini. In più se sei un appassionato di nuoto o praticavi abitualmente un sport che il tuo istruttore non ha potuto riadattare on line probabilmente hai ridotto anche la tua attività sportiva. Ed è risaputo che lo sport oltre ad aiutarci a rimanere in salute per tutta una serie di meccanismi, ci aiuta a bruciare calorie e a stimolare il nostro metabolismo. A proposito, come sta il tuo metabolismo?
- le emozioni che stiamo provando possono avere innumerevoli sfumature, alcune assolutamente non piacevoli. Alcune persone tendono a reagire a certe emozioni attraverso strategie che coinvolgono il cibo, fonte di piacere, gratificazione e alle volte vera e propria consolazione. Ci sarà certamente capitato di preparare qualcosa in questi mesi proprio perchè ci ricordava magari il luogo in cui siamo nati e che non siamo riusciti a visitare spesso negli ultimi tempi o magari siamo andati alla ricerca di sapori dell’infanzia per scaldarci il cuore. Oppure, più facilmente, siamo andati a stemperare la noia con sapori di vario tipo. Il punto è che spesso il cibo ci fa cosi bene all’anima da non riuscire a regolarne la quantità e ci ritroviamo dopo un pò a fronteggiare i sensi di colpa e a trovare modi per recuperare lo “sgarro” fatto alla dieta.
Se già il rapporto con il cibo e il sovrappeso sono da anni messi in luce come importanti questioni di cui occuparsi nella nostra società contemporanea, l’OMS parla da anni dell’obesità come di una epidemia globale (Globesity), la pandemia da COVID 19 anche in questo non ha aiutato.
E non si tratta di qualcosa che interessa solo chi da sempre è a dieta o combatte con regimi alimentari particolari, è una questione che riguarda tutti. Anche chi forse fino ad ora non si era mai posto il problema della bilancia.
Sono sicura che molti di voi hanno in programma di chiamare un professionista già dal 7 gennaio per prenotare un appuntamento e definire la nuova dieta e più o meno tutti siamo in attesa di poter rientrare nella nostra sala fitness preferita. E’ quello che accade in questo periodo tutti gli anni, con nutrizionisti, palestre e centri estetici con trattamenti per la remise en forme. Quest’anno abbiamo qualche motivo in più per farlo!
Mai a nessuno viene in mente di contattare uno psicologo per questo genere di cose, purtroppo. Eppure è risaputo che il rapporto con il cibo è mediato dalle emozioni e dalle nostre esperienze passate in materia ovvero ricordi, cultura famigliare e abitudini. Parliamo di territori che lo psicologo conosce come le proprie tasche.
Spesso i professionisti che operano in ambito alimentare inviano i propri clienti ad uno psicologo quando emergono difficoltà nell’aderire al regime alimentare prescritto ovvero quando i pazienti si scoraggiano, cominciano a saltare le visite di controllo intermedie, o lamentano insofferenza nel seguire il percorso restrittivo.
Purtroppo infatti lo sappiamo tutti che rinunciare a qualcosa è frustrante e le reazioni davanti alla frustrazione possono essere varie, ma solitamente comprendono un senso di tristezza, fallimento e perdita di speranza. Spesso si abbandona il progetto vivendolo come una sconfitta e alle volte anche recuperando tutto il peso perso in precedenza.
Dobbiamo infine aggiungere una grande verità: più si cerca di non pensare a qualcosa (il cibo) più si pensa a quella cosa proibita (il cibo!).
E’ inutile dire quanto sia complicato vivere con il segno meno davanti ad ogni nostra fantasia riguardante quello che vorremmo mangiare quando siamo a dieta. Lo si può fare per un motivo specifico e per periodi limitati ma non come condizione di vita. Solo che quando siamo abituati a seguire un regime alimentare e ci ritroviamo con la nostra libertà non siamo preparati ad usarla bene.
C’è però una strada diversa per chi in queste modalità non trova un suo spazio. O magari per chi ormai ha provato tutte le diete e mode alimentari pensate negli ultimi decenni senza però risolvere il proprio problema. Una strada che invece di togliere dal piatto qualcosa aggiunge un elemento, una specie di condimento che esalta tutti i sapori: la consapevolezza.
Sembra un discorso campato per aria ma chi sperimenta i percorsi di Mindful Eating lo sa bene, non c’è nulla di più tangibile della trasformazione che si vive quando si aggiunge la consapevolezza alla nostra esperienza con il cibo. E’ una specie di ingrediente segreto che esalta tutto e ci permette di mangiare non pensando alla quantità ma badando alla qualità dell’esperienza che facciamo.
Vivere il piacere di riscoprire i segnali del corpo e della mente mentre di sceglie cosa mangiare e poi lo si gusta è un bel cambio di paradigma per chi è sempre stato a dieta.
Eppure è quello che accade grazie a questi percorsi di consapevolezza alimentare.
Immaginate un percorso in cui si impara a capire meglio quello che è vero per noi nell’esperienza con il cibo, nel qui ed ora, mentre mangiamo. Riconoscendo le abitudini della mente nello scegliere cosa e quanto mangiare si impara a sintonizzarsi con il corpo, per diventare più bravi nel comprendere i segnali di pienezza e di sazietà, per riconoscere i bisogni del corpo e della mente.
L’obiettivo della Mindful Eating è proprio quello di riappacificare corpo e mente per immaginare un futuro fatto di consapevolezza a tavola e non di privazioni.
Queste tecniche ci insegnano a recuperare una saggezza interiore rispetto al cibo per fare quotidianamente scelte migliori dal punto di vista alimentare. Questo a lungo termine permette di instaurare nuove abitudini alimentari solitamente legate ad una stabilizzazione del peso e ad un miglioramento dello stato di salute di chi pratica.
La Mindful Eating si fonda sulle tecniche della Mindfulness declinate nella sfera alimentare lavorando sulla consapevolezza sensoriale ed emotiva, forse uno dei migliori buoni propositi per questo nuovo anno che inizia.
Sia per grandi che per piccini.
Per informazioni su percorsi individuali e di gruppo non esitate a contattarmi
freudasana@gmail.com
ps. se volete un assaggio di Mindful Eating provate a rispondere a questa domanda. Che rumore fa l’uvetta passa?
