
Si sente tanto parlare degli effetti positivi dello yoga sul benessere emotivo ma è necessario capire cosa dice la scienza e cosa invece è pura invenzione o materiale di marketing per influenzer.
Oltre la Mente: La Scienza dello Yoga per un Benessere che Parte dal Corpo
Per troppo tempo, abbiamo pensato che il benessere emotivo fosse unicamente una questione di pensiero. Eppure, un numero crescente di ricerche scientifiche, condotte da alcune delle menti più brillanti nel campo della neurobiologia e della psicologia, ci sta mostrando una verità più profonda: il corpo non è solo un contenitore, ma la porta d’accesso a un’armonia che la sola mente non può raggiungere.
Questo articolo esplora le evidenze scientifiche che dimostrano come lo yoga sia un potente alleato per il tuo benessere psicologico, emotivo e relazionale.
La Fisiologia della Calma: Il Corpo si Sente al Sicuro

Quando siamo in uno stato di stress o ansia, il nostro sistema nervoso si attiva in modalità “allarme”. Stephen Porges, con la sua Teoria Polivagale, spiega come il nervo vago, che collega cervello e corpo, sia il nostro principale regolatore di sicurezza.
Le ricerche indicano che la pratica consapevole dello yoga, attraverso respiro e movimento, può stimolare la parte ventrale del nervo vago, aiutando il corpo a uscire dalla modalità di allarme e a ritrovare uno stato di calma e connessione sociale. Questo processo non è un atto di volontà, ma una risposta fisiologica, che ti aiuta a sentire un senso di sicurezza a livello profondo.
L’Ancoraggio nel Presente: La Mente Ritrova Equilibrio
Il lavoro sul corpo è la chiave per la regolazione emotiva. La Harvard Medical School ha evidenziato in diversi articoli che la pratica dello yoga ha un impatto significativo sulla riduzione di stress e ansia, offrendo un punto di riferimento stabile nel tumulto dei pensieri.
Esperti nel campo della mindfulness come Elizabeth A. Stanley, autrice di importanti studi sulla relazione tra trauma e consapevolezza, sostengono che la capacità di percepire il proprio corpo (l’interocezione) è fondamentale per l’autoregolazione emotiva. Lo yoga ci allena a sentire ciò che accade dentro di noi, permettendoci di rispondere alle emozioni in modo più consapevole e meno reattivo.
Yoga e Trauma: Il Corpo che Ricorda, il Corpo che Risponde
Bessel van der Kolk, una delle massime autorità mondiali in materia di trauma, ha dimostrato nel suo celebre libro “Il corpo accusa il colpo” che le memorie traumatiche non sono solo eventi da ricordare, ma sensazioni che il corpo continua a rivivere. Per questo, la sola “terapia della parola” non è sempre sufficiente per elaborare appieno il passato.

In un importante studio clinico pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry (van der Kolk, Stone, et al., 2014), è stato evidenziato come la pratica dello yoga specificamente progettata per persone con PTSD abbia portato a una significativa riduzione dei sintomi. L’approccio Trauma-Sensitive Yoga, sviluppato da David Emerson, si concentra sulla creazione di un ambiente sicuro per permettere alle persone di riappropriarsi delle proprie sensazioni corporee, recuperando un senso di controllo e agency.
Un Percorso Integrato: Potenziamento della Psicoterapia
Sono diversi gli approcci terapeutici che porta il copro nella stanza di terapia. Sembra quasi una contraddizione in termini, ovviamente il corpo è sempre in stanza di terapia perfino quando si fa terapia nel setting on line aggiungerei a ragion veduta. Eppure il corpo entra davvero in terapia quando non rimane solo sullo scenario, quando non lo si immagina solo come un contenitore o un mezzo. Diversi sono gli approcci che hanno pensato e teorizzato questo passaggio facendolo diventare un pilastro del proprio modo di lavorare terapeuticamente con i pazienti e non solo nella corrente cognitivo comportamentale di terza generazione come di potrebbe immaginare. Pat Ogden, fondatrice della Sensorimotor Psychotherapy, dimostra che integrare un approccio corporeo può potenziare gli effetti della terapia verbale. Ma una lunga lista di psicoanalisti hanno sottolineato l’importanza del corpo nello sviluppo dell’essere umano e alcuni di loro hanno teorizzato l’utilizzo del corpo in psicoterapia.
Wilhelm Reich: Considerato il pioniere di questo campo, Reich introdusse il concetto di “corazza caratteriale”(character armor). Sosteneva che i conflitti psicologici non risolti si manifestano come tensioni muscolari croniche, bloccando il flusso di energia vitale e la libera espressione emotiva. Il suo lavoro ha gettato le basi per le terapie corporee.
Sándor Ferenczi: Allievo di Freud, Ferenczi è stato uno dei primi a riconoscere l’importanza del corpo nella terapia del trauma. Ha notato che i traumi pre-verbali (come abusi o negligenze nell’infanzia) lasciano una traccia nel corpo, manifestandosi attraverso sintomi somatici. Il suo lavoro ha sottolineato la necessità di una comprensione corporeadell’esperienza traumatica.
Alexander Lowen: Partendo dalle teorie di Reich, Lowen ha sviluppato l’Analisi Bioenergetica. Questa terapia unisce il lavoro verbale con esercizi corporei, respirazione e movimenti che mirano a sciogliere le tensioni muscolari, liberando le emozioni represse e ristabilendo un senso di vitalità e piacere.
Donald Winnicott: Pur non essendo un terapista corporeo, Winnicott ha posto le basi per una comprensione psicodinamica del corpo. Ha coniato l’idea dell’“indivisibilità mente-corpo” e ha sostenuto che il senso di Sé si sviluppa a partire dalle prime esperienze fisiche e relazionali. Il corpo è visto come il luogo in cui si manifesta il vero Sé.
Pierre Marty: Esponente della scuola psicosomatica di Parigi, Marty si è concentrato sulle malattie psicosomatiche. Ha introdotto il concetto di “pensée opératoire” (pensiero operativo), uno stile di pensiero privo di immagini, fantasie ed emozioni, tipico di pazienti con disturbi psicosomatici. Questo approccio ha messo in luce come l’assenza di elaborazione emotiva a livello mentale si traduca in un sintomo fisico.
Christopher Bollas: Bollas ha esplorato il modo in cui il corpo memorizza esperienze al di fuori della consapevolezza conscia. Nel suo lavoro sul “non pensato conosciuto” (the unthought known), ha descritto come le esperienze corporee e pre-verbali non verbalizzate continuino a influenzare la nostra vita psichica, emergendo a volte in modo inaspettato.
In un setting psicoterapeutico, il tuo lavoro con il corpo ti permette di accedere a quelle parti di te che le parole non riescono a raggiungere. Le sensazioni di radicamento, i movimenti che ti riportano al presente, diventano nuove vie per esplorare ed elaborare temi emotivi, creando un dialogo più profondo e completo tra mente e corpo.

Il Tuo Corpo, la Tua Anima
La scienza è chiara: il benessere emotivo non è un risultato, ma un processo continuo di consapevolezza e di connessione. Sebbene con approcci e terminologie diverse, il tema del corpo è stato approfondito in varie correnti di pensiero, dalla bioenergetica all’analisi del non-pensato. Ogni scuola ha cercato di dare una risposta al complesso legame tra mente e sensazioni fisiche. Attraverso lo yoga, non solo impari a muoverti, ma impari a vivere con maggiore armonia, costruendo un rapporto di fiducia e sicurezza con la parte più autentica di te.
