L’arte di procrastinare e tanti altri piccoli meccanismi di difesa
progetti e buoni propositi

La mente non è completamente a nostra disposizione.

Freud diceva che l’IO non è padrone a casa sua. E non sbagliava, ovviamente. Non tutto quello che ci succede dentro arriva alla nostra coscienza e gran parte delle nostre spinte o motivazioni arrivano dal profondo e agiscono in mille modi diversi, senza che necessariamente ce ne rendiamo conto.

Uno dei passaggi fondamentali quando si lavora su se stessi è proprio questo: passare dal fare al fare consapevolmente. Ovvero quel fantastico momento in cui invece di difenderci senza rendercene conto le nostre difese si materializzano davanti ai nostri occhi. Finalmente le vediamo, ed è già tantissimo!

Non basta però vedere e osservare quello che ormai è sotto ai nostri occhi ma è bene chiederci come, quello che ora ci sembra chiaro, può averci influenzato in abitudini, atteggiamenti e decisioni in passato.

Questo ci aiuta mentre viviamo a capire se stiamo ripetendo certe dinamiche potendo scegliere quindi di fare diversamente, seppur con un pò di fatica da quel momento in poi.

Solitamente per esplorare questi meccanismi nella nostra esperienza personale c’è bisogno di un lavoro specifico di conoscenza di noi stessi fatto con la guida di qualcuno preparato per accompagnarci in questo viaggio. E’ quello che si fa in analisi o in terapia.

Ma volendo fare un esempio piccolo su cui possiamo ragionare in autonomia ci possiamo prendere questo spazio e i prossimi minuti di lettura.

Usiamo meccanismi di difesa psicologica su molte cose, quasi per tutto, anche su questioni piccole che però hanno un impatto notevole sulle nostre vite.

Per esempio, vi siete mai chiesti cosa ci spinge a rimandare all’infinito cose che vogliamo fare o che sappiamo ci potrebbero far bene o potrebbero essere utili?

Accade spesso infatti di programmare qualcosa da molto tempo immaginando di dover cominciare ad occuparcene da un momento specifico in poi. Di solito questo momento opportuno coincide con una data o l’inizio di un periodo particolare.

Qualche esempio per spiegare meglio cosa ho in mente.

La dieta da lunedì, la palestra da settembre, dall’anno nuovo si cambia vita.

Possiamo dirci alcune cose schematiche in merito:

  1. Rimandare, programmare qualcosa in là nel tempo può rasserenarci. Mettiamo qualcosa nella lista delle cose da fare e questo placa la nostra ansia, come se avessimo fatto davvero quella certa cosa. Ci acquietiamo, spesso spostando sempre più in là la data “x” del fatidico inizio del nostro progetto.
  2. Il momento perfetto. Nella mente si creano delle date o degli eventi che sembrano assumere connotati straordinari senza i quali non ci sentiamo pronti a cominciare. Il lunedì non è differente dal giovedì per mangiare meglio, se ci pensate, e si può cominciare ad essere più attivi fisicamente anche solo infilandosi le scarpe ora e uscendo a fare una passeggiata, senza dover aspettare il prossimo mese per iscriversi in palestra. Non ci sono particolari congiunzioni astrali favorevoli ai nostri buoni propositi, questa è una grande verità: l’importante è solo cominciare.
  3. Programmi stratosferici. Pensare che il cambiamento effettivo debba esserci solo se ci occupiamo di quella cosa 7 giorni su 7 senza mai venire meno all’impegno è frutto del nostro perfezionismo. Quello che invece accade nella realtà è che si comincia pian piano a modificare comportamenti e abitudini per poi forse arrivare a poterci occupare di qualcosa 7 giorni su 7. Proprio il pensiero di avere una tabella di marcia molto stringente in realtà ci spinge a rimandare all’infinito per evitare la fatica di dover sostenere un programma di marcia troppo rigido che noi stessi ci siamo imposti.
  4. Tutto o nulla. In realtà anche la fantasia che le cose possano cambiare solo se si fa sempre o non si fa mai una certa cosa è frutto del nostro perfezionismo. Tutti i percorsi sono fatti di alti e bassi, di giornate buone e meno buone. L’importante è non cercare di riparare a mancanze o “sgarri” alla regola ferrea che ci siamo imposti . Non è pensabile se non facciamo qualcosa oggi di fare il doppio domani. Dovremmo solo “fare” provando a proseguire con il nostro cammino verso l’obiettivo che ci siamo prefissati.
  5. E se davvero ci riesco? Ed eccoci arrivati all’ultimo punto di questo elenco ma forse il più importante. Anche raggiungere un obiettivo che tanto abbiamo agognato può spaventarci. O almeno una parte di noi può esserne spaventata per le implicazioni profonde che comporta essere in un certo modo, modo a cui noi evidentemente diamo un grande valore. Come faremo per esempio a nasconderci dallo sguardo degli altri quando davvero avremo perso i 20 chili di cui vogliamo disfarci? Cosa sarà di noi quando avremo davvero finito di dare gli esami e poi la tesi che tanto stiamo faticando a scrivere e non saremo quindi più studenti? Anche arrivare a guadagnare quello che vogliamo guadagnare facendo il nostro lavoro può destabilizzare una parte di noi. Queste paure sul nostro “successo” possano avere un ruolo cruciale nel nostro procrastinare in alcuni propositi o progetti.

A adesso provate a scegliere uno dei vostri buoni propositi per il nuovo anno e a cominciare subito ad occuparvene, con un piccolo gesto che potete compiere subito. Basterà solo proseguire in questo modo giorno dopo giorno, momento dopo momento.


3 risposte a “I buoni propositi del 2021”

  1. Avatar Unabiondaconlavaligia

    Ciao, bel post, molto interessante! Anch’io ne ho appena pubblicato uno proprio sui cambiamenti nel 2021! Comunque uno dei miei propositi per l’anno nuovo è senza dubbio quello di non procrastinare. Vediamo se riuscirò! A presto 🙂

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    1. Avatar nadtre

      e poi come è andata? 😛

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      1. Avatar Unabiondaconlavaligia

        Benino dai! Sì può sempre migliorare! 😊

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