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Eccoci, oggi voglio rassicurare chi sa di essere ansioso. Perché magari ha sempre sentito di essere appesantito da un macigno che si trascina dietro nel quotidiano ma in realtà la consapevolezza di vivere uno stato ansioso è un passaggio fondamentale e non è da tutti. Puoi saperlo da sempre e averlo vissuto come un peso, ma pensa a chi ancora non è neanche consapevole del problema! La verità è che, chi sa di essere ansioso è già a metà dell’opera. Tutto quello che bisogna evitare di fare in questi casi e far diventare l’ansia un tratto distintivo del nostro essere.

Un passaggio in più, ahimè, deve farlo chi nega totalmente che dietro al suo essere previdente, prevenuto, onnipresente con il pensiero e tentacolare nelle attività possa esserci l’ansia.

E si! Perchè per alcuni, che magari hanno costruito impalcature difensive mastodontiche per difendersi da questa difficoltà, può essere quasi difficile da accettare che dietro a tutto quel lavorio nel quotidiano possa esserci lo stesso vissuto di chi ha sudori freddi, tremori e notti insonni.

Eppure l’ansia ha mille modi diversi di palesarsi. Per alcuni è transitoria, per altri è un tratto distintivo. Il punto è che quando l’ansia diventa eccessiva ci sfinisce perchè diventa un costante lavorio di corpo e mente, alle volte ci mette in imbarazzo davanti agli altri, in alcuni casi qualcuno vicino a noi ce le segnala come insopportabile (perchè mal si sposa con la propria ansia repressa).

Fatto sta che prima o poi tocca a tutti: bisogna riconoscersela e soprattutto occuparsene!

L’ansia si percepisce solitamente per via di una strana attivazione fisica. Il nostro sistema nervoso sembra essere in tilt. L’apparato respiratorio o gastrointestinale spesso diventano protagonisti, il respiro è corto, il cuore batte più veloce, la sudorazione aumenta.

Alcuni diventano più irritabili, rispondono in modo aggressivo o esagerato, si attivano precocemente per risolvere problemi o sovrainterpretano la realtà.

E che fare allora quando ci rendiamo conto che l’ansia ha invaso la nostra vita?

“Rilassati!” o “Stai tranquillo!” sono le esortazioni più comuni che ci arrivano dall’esterno ma purtroppo rimangono poco efficaci. Anzi, talvolta fanno innervosire ancora di più.

L’invito a respirare invece può essere un ottimo consiglio da seguire. Spesso infatti non sappiamo respirare o meglio ancora, i meccanismi neurofisiologici attivati dagli stati ansiosi che viviamo sono proprio avversi ad una respirazione efficace e quindi calmante.

Spesso infatti chi è in ansia respira solo con la parte alta del torace, una respirazione profonda invece dovrebbe accogliere l’aria nella pancia attivando il diaframma.

Quindi, si ! Certamente “Respira!” è un buon suggerimento.

Tu lo sai come respiri? No?

Testa il tipo di respirazione che abitualmente hai facendo questo piccolo esercizio con me.

Stenditi su una superficie comoda, un letto o un materassino da yoga andranno benissimo. Mettiti comodo in posizione supina (schiena a terra). Poggia una mano sul petto e una sull’ombelico. Senza forzare o modificare il tuo respiro prova a sentire se le due mani si spostano in base ai movimenti involontari del corpo mentre respiri.

Prova a capire se entrambe le mani si muovono nello stesso modo. Per alcuni il respiro si muoverà solo nel petto, per altri arriverà fino nella pancia.

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Quando questo accade solitamente vuol dire che c’è una buona respirazione diaframmatica, anche detta “respirazione completa”. Questo tipo di respirazione è tipica dello yoga, soprattutto quando si è in movimento o in tenuta delle Asana. Ed è solitamente una respirazione calmante.

Nello yoga però, ad essere precisi, l’arte del pranayama fa molto di più.

Ci sono infinite tecniche di respirazione la cui pratica ci può aiutare a calmarci, ad attivarci, ad energizzarci, ad allenare la capienza polmonare, a depurarci. Pensate un pò quante cose possiamo fare solo con il respiro.

“E questo risolve il problema?”, ti starai chiedendo. No, non risolve ma aiuta tantissimo.

Facciamo ancora un esperimento. Perchè se sei come San Tommaso solo una esperienza diretta potrà convincerti di quello che ti sto dicendo.

Stenderti, schiena a terra, posa le mani sul tuo ombelico e prova a inspirare ed espirare mentre lentamente fai arrivare il tuo respiro sempre più vicino all’ombelico. Cerca di non forzare il respiro ma di direzionarlo gentilmente fino al centro della tua pancia. Le mani dovrebbero salire e scendere lentamente, sospinte dal tuo ventre che si muove al rimo del tuo respiro.

Metti una sveglia e rimani nell’esercizio per appena 60 secondi.

Come ti senti ora? Per caso più calmo e più rilassato? con la mente vuota? 🙂

Il respiro stimola il sistema nervoso, calmandolo. Questo permette di stemperare i sintomi fastidiosi che invadono le tue giornate. Non lo dico io, lo dice la scienza, lo sostiene una disciplina millenaria come lo Yoga e tu puoi sperimentarlo nell’immediato. Pensa agli effetti se quei 60 secondi di respirazione completa diventassero 3 minuti e poi 5 e cosi via.

Per combattere l’ansia prescrivo proprio questi esercizi. Come il dottore prescrive lo Xanax, io mi regolo su qualcosa senza effetti collaterali: respira!

Dovresti fare esercizi di respirazione giornalmente come fosse una terapia (in realtà lo è!). Una sorta di pillola naturale che ti sostiene, non solo in modo preventivo per mantenere bassi i livelli di attivazione psico- fisica (cortisolo e affini) ma anche come “pillola di emergenza” da usare quando senti che la tua ansia sta crescendo e hai bisogno di tornare ad un livello di quiete desiderabile.

Ci sono tantissime tecniche di Pranayama e di meditazione utili per combattere l’ansia ma a ciò andrebbe sempre affiancato un percorso di psicoterapia per andare ad intervenire sulle radici di questa difficoltà mentre il Mindful Yoga ti supporta nel quotidiano.

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Una replica a “Niente panico! Ti dico io cosa fare per lavorare sulla tua ansia”

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